Grinta e sorriso sono sempre quelli e Luca Infante ancora una volta li metterà entrambi al servizio della Pallacanestro Reggiana.
Il suo ruolo, nella nuova Grissin Bon ancora da ultimare, è chiarissimo: sarà l’anima dello spogliatoio, un collante dentro e fuori il campo.
In realtà di spazi in campo, facile intuirlo, ne avrà pochissimi, ma lo scarso minutaggio non sembra preoccupare più di tanto il 37enne lungo campano.
«Fin dal nostro primo colloquio ho detto all’allenatore Maurizio Buscaglia che sarei stato a sua disposizione per far capire ai miei compagni la vera identità della Pallacanestro Reggiana: è una società storica che negli anni ha raggiunto risultati importantissimi - spiega -. Le annate negative purtroppo fanno parte del nostro mestiere e proprio da qui bisogna ripartire con lo spirito di sacrificio, perché solo così, con l’unione d’intenti di un gruppo che non intendo composto solo dai giocatori ma da tutti, si possono ottenere risultati».
Infante a Reggio è rimasto legatissimo: qui arrivò ancora adolescente nel 2000 e qui debuttò da Pro. Dopo aver girato l’Italia, tornò poi in biancorosso nel periodo che va dal 2005 al 2009 ( tolta una breve parentesi a Ferrara).
Ora il ritorno.
«Volevo ringraziare la società e lo staff perché hanno creduto in me anche a 37 anni. Reggio è la mia seconda casa e in questi anni l’ho sempre avuta nel cuore».
La squadra? «Sta nascendo un bel team di uomini, prima che di giocatori. Ed è importante perché le figurine non fanno una squadra. Servono poche chiacchiere, ma bisogna lavorare per migliorare. Dobbiamo andare in campo e divertirsi, ricreando quell’entusiasmo che, mi è sembrato di capire, sia un po’ scemato nell’ultima stagione. Vincere è la chiave, ma divertirsi e creare l’ambiente è altrettanto fondamentale».
Il ruolo di uomo-spogliatoio, verosimilmente, se lo dividerà con Poeta.
«Abbiamo la stessa nazionalità - ride - siamo infatti entrambi cresciuti a Battipaglia e siamo amici da anni. Scherzi a parte, con Peppe c’è un gran rapporto e cercheremo di ricreare il clima giusto».
«Conosciamo bene Luca - sottolinea il vice-presidente Ivan Paterlini - e siamo certi che in campo darà il 110, se non il 120%, tanto che pensiamo che anche il coach ne sarà stupito di questo suo impegno».
E su questo non ha dubbi neppure il ds Alessandro Frosini.
«Luca Infante è un valore aggiunto al nostro organico - dice -. Ha tanta esperienza, costruita nel corso della carriera. Ha fatto di tutto, dalla serie A alla A2, ha grande conoscenza non solo del gioco, ma anche delle dinamiche che s’instaurano dentro lo spogliatoio ed è quello che cercavamo noi. Cercavamo un veterano da inserire dentro la squadra che potesse essere un uomo-società, un uomo-coach, un giocatore che s’allena duramente e, anche se avrà poco spazio, darà il massimo quanto entrerà in campo sarà pronto per spendere un fallo, per prendere uno sfondamento. Per fare, insomma, quelle cose “sporche” che magari non tutti riescono a vedere ma che Luca sa fare benissimo. Per noi è un anno importante, come non mai avevamo bisogno di persone vere. E Luca è questo: una persona vera e schietta che ha sempre fatto del sacrificio e del lavoro un modo d’essere».