BORETTO. Ha lottato fino all’ultimo, con un coraggio e una dignità non comuni, che lo hanno portato ad affrontare la malattia faccia a faccia. Della battaglia di Youssef Ouaden resterà soprattutto questo.
Purtroppo, il 32enne di Boretto – volto notissimo del nostro calcio dilettantistico – si è dovuto arrendere ieri, suscitando grande commozione in tutti quelli che, in questi anni, lo hanno conosciuto e apprezzato.
Ouaden, originario del Marocco, era nato a Roma il 22 agosto 1989 e con la sua famiglia si trasferì a Boretto da bambino. In riva al Po si è fatto gli amici e ha iniziato a coltivare l’interesse per il calcio, che ha sempre amato e inseguito come sogno da realizzare. Dai primi calci all’oratorio poi è arrivata l’iscrizione al settore giovanile della squadra del paese, il Boretto, dove è cresciuto, per poi trasferirsi alla Saturno Guastalla, ultimo “step” prima del tesseramento come calciatore dilettante, che ha dato il via a una carriera ricca di squadre e di tantissimi gol.
Da due stagioni militava nel Fabbrico e proprio con la maglia della società biancoazzurra ha disputato, l’anno scorso, le sue ultime partite e realizzato il suo ultimo gol. In questa stagione era tesserato ma non è mai sceso in campo, anche se le sue condizioni di salute non gli hanno impedito di tenersi in forma e di continuare a pensare positivo: non era raro, infatti, vederlo correre in giro per il paese e allenarsi in autonomia, con grande determinazione.
Seguiva con attenzione la stagione dei suoi compagni di squadra e tifava per loro anche da lontano, e nelle scorse settimane proprio il Fabbrico gli aveva fatto recapitare una maglia con il suo nome e le firme di tutti.
Un gesto analogo si è ripetuto a dicembre, quando si sono affrontate Fabbrico (la sua squadra) e il Boretto (la squadra del suo paese), occasione in cui le due compagini hanno firmato un pallone che gli hanno poi regalato.
Ouaden, che lavorava all’Iveco di Suzzara, si è trovato a combattere contro la malattia circa un anno fa, quando si sono manifestati i primi sintomi.
Al momento della sua scoperta era purtroppo già estesa in diverse parti del corpo e per questo motivo il 32enne è stato subito sottoposto a intensi cicli di chemioterapia. In questi mesi, frequenti sono stati i controlli, che evidenziavano come il male fosse calato ma mai sparito del tutto, ma ciononostante Ouaden ha affrontato le avversità con il sorriso, supportato dall’amore della propria famiglia e da una fede granitica, che lo ha aiutato nei momenti di difficoltà.
Purtroppo la malattia – che non gli ha impedito di provare a condurre una vita “normale” fino all’ultimo periodo, portando, ad esempio, i figli a scuola – è tornata a manifestarsi con intensità negli ultimi tempi. Una ricaduta che ha reso necessario il ricovero al Santa Maria Nuova, dove ieri è avvenuto il decesso. La voce della sua morte ha iniziato a spargersi ieri mattina e si è diffusa con grandissima rapidità, sia a Boretto, dove viveva con la famiglia – composta dalla moglie e dai due figli di 6 e 3 anni – e nel mondo del calcio dilettantistico reggiano, dove Ouaden era molto conosciuto.
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