REGGIO EMILIA. «L’anno scorso, a parità di kilowatt, ho pagato per dicembre 5mila euro. Un anno dopo il conto è di oltre 14mila euro. Vuol dire che la bolletta che mi scade a febbraio è quasi triplicata. È un costo inaccettabile». Gennaro Giordano non è certo l’ultimo arrivato: le sue pizzerie a Reggio Emilia hanno fatto la storia della ristorazione. Il Piedigrotta 2, a Ospizio, è un punto di riferimento in città ma la mazzata che gli è arrivata in questi giorni stenderebbe un elefante.
La bolletta dell’energia elettrica è esplosa: per 30mila kilowatt è triplicata rispetto a un anno fa. Ma è la temperatura della febbre che sta rischiando di far chiudere imprese ormai convinte che fermarsi sia più conveniente che tenere aperto a causa del caro energia determinato da più cause: forti richieste a livello mondiale, problemi di approvvigionamento e tensioni geopolitiche che si riverberano facendo quasi scordare la vasta crisi generata dalla pandemia.
«Abbiamo affrontato tantissime difficoltà negli ultimi due anni, soprattutto a causa del Covid tra lockdown, consegne e restrizioni – racconta Giordano dalla sua pizzeria di via Emilia Ospizio – adesso ci stiamo barcamenando tra personale assente per quarantena, divieti, nuove regole e via dicendo. Abbiamo tenuto duro finora ma questi prezzi dell’energia superano qualsiasi nostra volontà. Mi toccherà tirare ancora una volta fuori soldi per poter lavorare e far lavorare. Ma qui serve un intervento dall’alto. Questi rincari sono una cosa molto più grande di noi e da soli non ce la possiamo fare. Io fortunatamente ho i forni a legna qui, ma in cucina tutto il resto è elettrico. Ora aspetto la nuova bolletta del gas ma temo molto anche quella».
Guardando il dettaglio della bolletta pagata al Piedigrotta 2, si nota in realtà che a parità di consumi, 30mila kilowatt, il costo dell’energia è addirittura quintuplicato passando da 2mila a 10mila euro, trovando poi un calmiere nelle altre voci, come gli oneri di sistema o il trasporto. Fatto sta che alla fine il conto è salatissimo e l’umore dei ristoratori è a terra, come si intuisce facendo un giro tra i locali.
«Se va come dicono sarà un massacro» avverte senza mezzi termini Lauro Masini del Condor di via Spallanzani a Reggio. Del resto le previsioni sembrano più fosche rispetto a quanto prospettato qualche settimana fa. Il caro energia potrebbe protrarsi ben oltre il primo trimestre del 2022, gravando ancor più su bilanci di botteghe e attività di produzione già smagriti dal Covid.
«Ci stanno arrivando delle proposte alternative dalle società di fornitura dell’energia contattate dalle associazioni di categoria, ma poco cambia: risparmi magari qualche punto percentuale su conti che sono però raddoppiati» fa il quadro Roberto Borghi di Mister Pizza, altro punto di riferimento a Reggio, specializzato da lungo tempo anche nelle consegne a domicilio con una flotta di mezzi eco-sostenibili.
«Noi abbiamo metà macchine ibride elettriche e metà a metano - spiega Borghi - già da anni abbiamo sposato la svolta sostenibile ma adesso il costo del metano è raddoppiato e abbiamo tutti i forni elettrici. Abbiamo dovuto aumentare la consegna da 1 a 2 euro, il che penalizza soprattutto le consegne ai single. Aspettiamo le prossime bollette ma il margine di manovra per noi è poco».