REGGIO EMILIA. Ha 68 anni, non si è mai vaccinato e si curava a casa dal Covid con la “telemedicina”, dei consulti telefonici e via mail di un medico legato alla associazione Ippocrateorg.org. Medico che, si è scoperto nelle scorse ore, è reggiano. E ora, mentre il 68enne lotta fra la vita e la morte in Rianimazione a Ferrara, la procura ferrarese ha deciso di aprire un’inchiesta conoscitiva. Se al momento non ci sono né indagati né ipotesi di reato, sono però in corso accertamenti per chiarire meglio i fatti.
L’uomo si trova da diverse settimane in terapia intensiva dopo il primo accesso al pronto soccorso – obbligato ad andarci solo dall’intervento di una sua amica – dove era arrivato con un livello di saturazione pari a 58 (la concentrazione percentuale di ossigeno nel sangue). Un livello bassissimo tanto che, ad esempio, la stessa associazione Ippocrateorg.org cui si era rivolto si appella così ai pazienti sul suo sito: «In caso di saturazione minore di 94-95 non dovete attendere di usufruire del servizio dei nostri medici volontari ma dovete ottenere quanto prima visita ed eventuale ricovero, contattando con estrema sollecitudine medico di base, guardia medica, 118 o recarvi al Pronto soccorso».
Lui aveva fatto così e al Sant’Anna non era rimasto che sottoporlo subito a ossigenazione col casco: con difficoltà poiché il 68enne, convinto delle cure alternative, voleva firmare le dimissioni e andarsene. Ma di fronte al suo diritto di curarsi come vuole i sanitari hanno fatto valere l’obbligo di curarlo per evitare il peggio, la morte, sottoponendolo addirittura anche a consulenza psichiatrica per tenerlo in ospedale. Dopo il ricovero, però, si era subito aggravato e poi intubato: oggi le sue condizioni sono gravissime e sta lottando tra la vita e la morte. Tutto questo è stato segnalato dal Sant’Anna alla procura cittadina, che ha poi aperto un’inchiesta in attesa di capire di più sulle posizioni del paziente, del medico reggiano che lo curava a distanza (per telefono e mail, senza mai averlo mai visto nè visitato) e dell’associazione che lo stesso paziente aveva citato ai medici.
L’indagine penale è aperta (seguita dai pm Garau e Savino) e dovrà accertare se e come è stato curato il paziente. E ancora se, lui, suggestionabile e con patologie anche psichiatriche, abbia non seguito le terapie indicate dal medico. Terapie comunque non riconosciute da nessun protocollo sanitario anti Covid. Ora nell’indagine sono finiti messaggi e mail che lo stesso paziente ha reso noto in ospedale – dopo il primo accesso, esprimendo la volontà di dimettersi – sui consulti a distanza del medico legato a Ippocrateorg.org, che fa parte del gruppo di volontari di “Assistenza”. Proprio da questi messaggi emergerebbe come il paziente non avrebbe assunto i farmaci prescritti. E l’associazione, contattata, ha fornito in automatico solo risposte con moduli predisposti, spiegando che il servizio di accettazione assistenza è «sospeso fino ad esaurimento delle richieste», ribadendo l’allarme per la saturazione sotto i 94/95: se questo paziente l’avesse saputo o letto, avrebbe atteso che scendesse a 58 prima di andare in ospedale?
Daniele Predieri
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