RUBIERA. Figura di riferimento della cooperazione, amministratore pubblico a Reggio e nella sua Rubiera, fiero e combattivo militante politico, dirigente sportivo, appassionato di musica. Era una figura di enorme vitalità Niger Ficarelli, 72enne rubierese morto nella mattinata di ieri. Lascia la moglie, un figlio, una figlia, la sorella e tanti nipoti a cui era particolarmente legato. Spirito vivace, sempre pronto alla polemica ironica e alla discussione, ha ricoperto tanti ruoli in mondi diversi diventando una figura molto conosciuta nella politica, nella cooperazione così come nello sport.
Per decenni iscritto al Partito socialista italiano, esperienza che ha sempre rivendicato con orgoglio, si è poi avvicinato ai Ds e, nell’ultima fase, al Movimento 5 Stelle. Sin da giovane ha lavorato nella cooperazione, diventando presidente di Federcoop e ricoprendo ruoli di vertice nella Legacoop reggiana. Dopo i primi incarichi come amministratore a Rubiera, dal 1980 al 1983 opera come assessore all’edilizia privata del Comune di Reggio Emilia nella giunta guidata da Ugo Benassi. A inizio millennio torna a impegnarsi attivamente a Rubiera, diventando assessore allo sport dopo essere stato anche eletto delegato provinciale dei Ds.
«È così difficile pensare che non sia più qui con noi. Credo che siano tanti i rubieresi che conservano un ricordo lieto con lui. La prima immagine lo vede in mezzo ad un nuvolone di polvere, dopo che la ruspa aveva cominciato a tirar giù lo stallone in cemento armato che la storia aveva fatto venir su di fianco a quel capolavoro rinsacimentale che è la Corte Ospitale. Un abbattimento, una “pulizia” del nostro paesaggio che Niger ha fortemente voluto, e quel giorno era lì, nella sua ultima esperienza da amministratore, ad assistere alla concretizzazione delle operazioni. C’ero anch'io», racconta il sindaco Emanuele Cavallaro.
«Avevamo iniziato a fare politica insieme, appartenevamo alla stessa generazione. Ricordo quando si presentava alle riunioni ostentando con orgoglio l’Avanti che fuoriusciva dal taschino. Erano i primi anni ‘70. Nacque un’amicizia che non si è mai dissolta nonostante talune divergenze interne e una sua scelta politica recente che non avevo capito», aggiunge l’ex parlamentare socialista Mauro Del Bue. «Aveva un carattere fresco e diretto. Passionale e sincero. Per me un altro pezzo di vita che se ne va, e questo mi rattrista molto. Ai suoi familiari un tenero abbraccio affettuoso e solidale». —
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