REGGIO EMILIA. Se siano appassionati di calcio e quale squadra tifino non è dato saperlo, anche perché il loro volto è ancora sconosciuto. Di certo, le loro gesta meritano una condanna univoca. La razzia avvenuta nel week-end pasquale al campo di Pieve Modolena, gestito dalla società Virtus Libertas, è solo l’ultimo episodio di una serie di manomissioni agli impianti sportivi da parte di ladri e vandali. Una problematica ancora non risolta, che da un lato lascia grande amarezza e dall’altra pone degli interrogativi cui l’amministrazione comunale dovrà gioco forza prendere in considerazione.
In effetti, dai magazzini sono stati rubati palloni, giacconi invernali, palloni, fari led, tute: in pratica, tutto quello che viene messo a disposizione degli iscritti all’inizio di ogni stagione, per cercare di offrire loro e alle rispettive famiglie il servizio migliore. Inevitabile la delusione dei dirigenti, non solo per il danno economico e morale provocato; la Libertas ormai da anni chiede infatti interventi concreti al Comune in un’area, quella a ovest della città, a loro giudizio abbandonata e non tenuta in considerazione in termini di investimenti.
«Alle istituzioni diciamo che ancora una volta ci troviamo a ricominciare da capo, a fare i conti con un sistema che non ci tutela, anzi ci ha abbandonati. Speriamo – continua lo sfogo social – che quello che è accaduto alla Virtus Libertas vi aiuti a capire quanto sia fondamentale la presenza di realtà come la nostra su un territorio difficile, come quello della zona ovest di Reggio Emilia».
E ancora: «Crediamo che questo ennesimo episodio antisociale debba convincervi della necessità di intervenire e realizzare progetti di riqualificazione dell’area creando strutture di aggregazione sociale valide e sicure».
Da quanto trapela, diversi club cittadini avrebbero già manifestato piena solidarietà al presidente Luciano Sessa e ai suoi collaboratori, non solo a parole. Anche perché il problema sembra ormai esteso a tutta la città, considerato che una settimana fa delinquenti hanno fatto “visita” al campo della Reggio United, e non certo per tirare due calci verso la porta: «A noi hanno rubato il compressore e le sedie di plastica riservate ai genitori che assistono alle partite – scrive in risposta al post precedente Paolo Ferri, vicepresidente e anima della società di via Don Luigi Sturzo – danni alle strutture, taglio delle reti, sassi nel sintetico». Poi, sollecitato dalla Gazzetta, espone le problematiche: «Secondo me è gente che ci tiene d’occhio, siamo al sempre al campo e sapevano dove mettere mano. Qualche settimana fa ci hanno anche picchettato i muri degli spogliatoi con un martello». Atti vandalici, che si uniscono alle razzie e costringono ad esborsi economici non indifferenti.
Ne sanno qualcosa a Fogliano, dove l’anno scorso è stato rubato il trattorino necessario alla sistemazione del campo: «C’è tanta indignazione – precisa Angelo Marmiroli, amministratore della realtà parrocchiale – le società sportive vivono di volontariato e per rimediare a danni simili servono sforzi non indifferenti. Lo scorso maggio è sparito il trattorino al campo della parrocchia, ma è stata una scelta ben precisa perché hanno lasciato intatte tutte le altre cose. Mi auguro che sia gente che ne abbia bisogno, perché divertirsi a danneggiare persone che si danno da fare per il benessere dei giovani significa essere stupidi; fortunatamente, grazie ad un crowdfunding, la gente del paese è venuta in nostro soccorso. Diamo la nostra piena solidarietà alle società colpite». Probabilmente i “furbetti” in questione non leggeranno il giornale, ma l’invito simbolico che rivolgiamo loro è quello di restituire quanto portato via; per una questione economica, certo, ma soprattutto per principio: rubare ai bambini porterà in loro indubbie difficoltà a breve termine, ma non farà certo svanire i loro sogni. —
© RIPRODUZIONE RISERVATA