REGGIO EMILIA. Effetto domino. Tre giorni dopo l’ufficializzazione delle dimissioni dell’avvocato Francesca Preite, altri sette dei 15 componenti del consiglio dell’Ordine degli avvocati di Reggio hanno presentato dimissioni di massa in contrasto con l’operato della presidente Celestina Tinelli, concretizzando quella spaccatura prima sottotraccia che si è trasformata in un vero e proprio terremoto.
L’abbandono della metà dei consiglieri rischia di mettere in forse la sopravvivenza dell’attuale consiglio ben prima della scadenza naturale (il 2022) e potrebbe rendere necessarie nuove elezioni, se gli otto componenti rimasti (compreso la presidente) non riusciranno a fare quadrato in un rimpastone in salita. «I consiglieri dell’Ordine avvocati di Reggio, avvocati Francesca Corsi, Paolo Nello Gramoli, Marcello Fornaciari, Matteo Marchesini, Franca Porta, Giulio Sica e Maura Simonazzi hanno rassegnato con comunicazione formale al consiglio le proprie dimissioni, rappresentando l’impossibilità di proseguire nel mandato ricevuto, stante la situazione venutasi a creare all’interno del consiglio, che non permette il sereno svolgimento delle proprie funzioni nell’interesse dell’avvocatura reggiana».
Poiché Preite era già stata sostituita dal primo dei non eletti, Fabio Martinelli, i consiglieri sono rimasti otto: oltre alla presidente, la vicepresidente Rosanna Beifiori, il tesoriere Massimo Romolotti, Franco Mazza, Marta Rovacchi, Daniele Silingardi, Marialaura Terenziani e appunto Martinelli.
C’è la maggioranza, perciò il consiglio non decade in automatico: tuttavia occorre capire se sussistono ancora le condizioni, e soprattutto i numeri, per tenere in piedi quel che ne rimane, ammesso che il gruppo ancora in carica esprima questa volontà e riesca a raccogliere la disponibilità di altri sette legali. Esiste inoltre il problema della redistribuzione degli incarichi nelle Commissioni: Corsi era referente della Commissione per la vigilanza e il rispetto della deontologia, Gramoli referente albi e pratica forense, Simonazzi (comunicazione e notiziario forense), Marchesini (pareri, ufficio studi e storia dell’avvocatura), Fornaciari (fondi europei, finanziamenti, agevolazioni e convenzioni per l’avvocatura), solo Sica non era un referente. —
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