CASTELNOVO MONTI. Più gettonato l’acquisto di seconde case rispetto a quelle per viverci tutto l’anno, trasferendosi definitivamente dalla pianura alla montagna. Ma l’inversione di tendenza c’è, è aumentato l’appeal dell’Appenino reggiano, il mercato immobiliare dopo anni di stasi quasi totale, si muove e non è solo questione di Covid. «Perché la tendenza ad abitare dove la qualità della vita è più alta, esiste ormai da un paio di anni».
Parola di immobiliaristi della montagna, da Ventasso fino a Casina, che in questo ultimo anno hanno fatto fronte a una valanga di richieste di affitti estivi, tanto da arrivare al sold out, e ora affrontano una domanda di acquisto col segno più, trainata dal super bonus del governo per le ristrutturazioni e dall’incentivo del bando regionale montagna che finanzia con un massimo di 30.000 euro chi acquista o ristruttura, a fronte però di un offerta di immobili decisamente scarsa. Ma questa è un’altra storia.
Di sicuro, chi cerca la montagna vuole una sistemazione “solitaria”, come conferma Mattia Silvestri, geometra, immobiliaristi di Villa Minozzo, il paese dell’Appennino più richiesto dal “bando montagna”, con 20 domande di acquisto di case su un totale di 70 pratiche licenziate su Reggio. «Il mercato – spiega – si sta muovendo anche se nella nostra zona la stagione estiva non è andata benissimo. Chi compra vuole una casa o una porzione di casa singola e con giardino, terra o cortile attorno. E fanno bene perché chi viene a vivere qui vuole libertà, ritmi più lenti, ambiente sano».
Qualche dubbio sulla solidità dell’inversione di tendenza lo esprime il geometra, immobiliarista Giampaolo Bonini, con studio a Carpineti. «A mio giudizio – spiega – bisognerà aspettare almeno un anno per capire bene se il mercato immobiliare della montagna sia effettivamente in ripresa. Il super bonus del governo che copre, anche se un in iter complesso, la ristrutturazione degli immobili ha incentivato gli acquisti, quindi qualcosa si muove ma ci vuole ancora molta cautela».
Di ripresa che rischia di «essere fasulla» parla Romina Bertani, immobiliarista di Casina. «Siamo di fronte a un cambiamento epocale provocato dal Covid e in questa fase di instabilità la gente corre a ripari, e cerca sicurezze. Per questo viene in montagna. Ma senza una strategia complessiva grazie alla quale si possano creare occasioni di acquisto in un mercato povero di offerta, si rischia il fallimento».
E di necessità di sviluppare i servizi parla Luca Delrio, immobiliarista di Castelnovo Monti. «La voglia di tornare a vivere in luoghi più sani e di aumentare la qualità della vita è evidente. E in questa fase lo smart working sta aiutando. Il fatto è che per soddisfare la richiesta di una vita nuova le case non bastano. Ci vogliono le infrastrutture buone e lo sviluppo della rete digitale». —
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