VENTASSO. È una bella storia quella di Umberto Gianferrari, una storia che sa un po' di "conversione": per decenni appassionato praticante della caccia, da alcuni anni ha deciso di appendere la doppietta al chiodo, e si è dedicato alla fotografia, in particolare mediante le fototrappole. Queste dotazioni tecnologiche vengono fissate in alcuni punti nell'ambiente naturale, e si attivano automaticamente quando percepiscono movimenti nel loro campo visivo, offrendo la possibilità di scattare fotografie e registrare video.
A queste potenzialità, Gianferrari ha unito la sua esperienza di frequentatore dei boschi e del crinale, che gli ha consentito di piazzare le fototrappole nei punti più strategici. Dopo essere riuscito a fotografare la capra bianca che da 10 anni è tornata a vivere in modo selvatico sul monte Ventasso, e l'aquila reale sui monti vicino a Ligonchio, nel suo obiettivo sono finiti molti altri animali, con immagini di grande bellezza e molto interessanti per dare un'idea della grande biodiversità dell'Appennino.

C'è ad esempio il raro cervo con il muso bianco, che amichevolmente Gianferrari ha ribattezzato "il cervo con la mascherina" visti i tempi che stiamo attraversando, ci sono altri cervi colti durante il bramito, c'è un branco di 5 lupi racchiuso di notte in un unico scatto, e c'è il corvo imperiale che spicca il volo.