RUBIERA. Per il giudice Andrea Rat è tutto provato e la bambina credibile, da qui la condanna a 7 anni di reclusione per l’amico di famiglia – un camionista 58enne, non sposato, residente a Rubiera – che ha violentato in più occasioni la piccola, anche quando aveva meno di dieci anni.
Una sentenza – emessa ieri mattina in rito abbreviato (quindi con sconto di pena di un terzo) – inferiore solo di un anno a quanto richiesto dal pm Giulia Stignani e che inoltre dispone una provvisionale di 80mila euro alla vittima minorenne (ora ha 11 anni) costituitasi parte civile attraverso la madre e tutelate in aula dall’avvocatessa Federico Riccò:
«Faremo appello – replica l’avvocatessa Mesoraca – perché non vi sono prove scientifiche contro il nostro assistito, per non parlare delle molte contraddizioni nei racconti della bambina nell’incidente probatorio e della madre». L’autotrasportatore è agli arresti domiciliari e da sempre si proclama innocente: «Non sono un pedofilo – dice – non mi sarei mai approfittato di lei che considero come se fosse mia figlia. In piena amicizia con la famiglia, andavo a fare la spesa con la bambina».
Come ricostruito dagli inquirenti, siamo di fronte ad una frequentazione che va avanti da parecchio, finché “qualcosa” non torna agli occhi della famiglia residente nel comprensorio ceramico. La bambina il 23 febbraio 2019 era andata – come spesso le accadeva – a far spesa con l’amico di famiglia ben più grande ed al rientro a casa, dopo aver fatto la doccia, ha un comportamento strano.
Incalzata dalle domande, specie della madre e della sorella, fa un quadro talmente sconcertante che i familiari l’accompagnano subito al pronto soccorso per accertamenti nelle parti intime. Il pm Stignani incolpa l’amico di famiglia di aver violentato la bimba (nelle indagini spuntano terribili episodi datati 2016, 2018 e l’ultimo citato del 2019) nella sua abitazione, in camera da letto, approfittando del fatto che la piccola gli veniva affidata per andare a far spesa.
E questo è anche il contesto degli abusi del febbraio dell’anno scorso. Quel giorno i due si erano recati – in furgone – in un supermercato di Maranello (Modena) per fare compere, poi vicino al market l’approccio nel furgone in sosta. Nel retro del mezzo c’è una brandina usata solitamente dal camionista quando rimane fuori la notte e su quel giaciglio avvenne la violenza sessuale.