REGGIO EMILIA. Quando Chen Ling, la mamma della vittima che parla solo cinese, ha visto la fotografia del ricercato diffusa dalla polizia – Hicham Boukssid, 34 anni, marocchino clandestino, senza fissa dimora, già espulso due volte – ha riconosciuto subito quel viso. «Quel cliente, che veniva due volte alla settimana, lo ricordo per il carattere irascibile.
Si arrabbiava e protestava per delle stupidaggini: “La birra non è fredda”, “il resto è sbagliato” e così via». Uno scocciatore. Un attaccabrighe. Tanto che, quando quell’avventore varcava la soglia del bar Moulin Rouge di via XX Settembre, la giovane Hui Zhou lanciava un’occhiata eloquente alla madre, sapendo che arrivavano i guai.
È il particolare emerso dai familiari della 25enne, che giovedì scorso alle 18 è stata barbaramente uccisa da un uomo armato di coltello e con un cappellino in testa (poi perso nella fuga) che, dopo aver farfugliato una frase incomprensibile, si è diretto dritto verso la ragazza dietro al bancone e le ha inferto otto fendenti, uccidendola all’istante. Per poi scappare a piedi dileguarsi.
Un uomo pericoloso, ancora armato e fuggitivo, attivamente ricercato da tutte le forze dell’ordine, che anche ieri hanno battuto la zona coperta dalla vegetazione tra i binari della ferrovia Bologna-Milano e il lungo Crostolo, dove 24 ore dopo il fatto è stato avvistato da un agente della Municipale per pochi secondi, prima che sparisse di nuovo. La battuta palmo a palmo dell’area, ritenuta rifugio ideale per chi è senza documenti e senza denaro, è proseguita anche ieri.
Il 34enne tenterà di allontanarsi e il tempo gioca a suo favore; perciò l’ordine di cattura è stato esteso a livello nazionale e all’Europol. Mentre la polizia è costantemente impegnata, giorno e notte, sulla caccia all’uomo, gli investigatori stanno scavando nel contesto. Il movente è incerto e ancora da chiarire. Esclusa la rapina (non voleva denaro), il fatto che Hicham si sia diretto senza esitare verso la barista, con l’intento inequivocabile di sopprimerla, indicherebbe un risentimento di natura personale.
Ma cosa lo ha provocato? C’è stata una relazione amorosa tra lo sbandato e la brava ragazza, che quest’ultima ha troncato? A questa versione la famiglia della giovane – tutta lavoro, studio e chiesa – non crede affatto. È sempre possibile si sia trattato di una infatuazione a senso unico da parte del marocchino che, respinto più volte, abbia deciso così di vendicarsi, come nel più classico dei femminicidi.
Tuttavia non si può nemmeno escludere, in base a quanto dichiarato ora dalla madre, che quell’avventore perennemente “alterato” – forse sotto l’effetto di droghe, visto che in passato è stato ospite di connazionali legati allo spaccio, oppure con problemi psichici – si sia sentito oltraggiato da quella ragazza che, all’ennesima scenata per un nonnulla, lo ignorava.
Se davvero è intercorso una relazione reciproca tra vittima e carnefice, emergerà dalla “scatola nera” delle vite di ciascuno di noi: il cellulare di Hui. Perciò la polizia scientifica di Bologna sta eseguendo accertamenti e scandagliando il telefonino della ragazza, alla ricerca di eventuali indizi.