REGGIO EMILIA. Sale a cinque il numero degli indagati posti agli arresti domiciliari nell'ambito dell'operazione «Billions», che ha scoperchiato un maxigiro di false fatturazioni, eseguita ieri a Reggio Emilia da polizia e guardia di finanza.
Oltre che per Salvatore Innocenti, Pasquale Mazzei, Salvatore Ruggiero e Giuseppe Aloi (accusati a vario titolo di reimpiego, riciclaggio e bancarotta fraudolenta) la misura di custodia cautelare è scattata anche per Giuseppe
Lerose nato a Cutro il 28 febbraio del 1973, già iscritto nel registro degli indagati (insieme ad altre 39 persone in regione e fuori).
Nel corso di una delle perquisizioni effettuate dagli agenti della squadra mobile della Questura reggiana,
Lerose è stato trovato in possesso di un documento di identità risultato falso. Il calabrese era destinatario di un provvedimento di sequestro preventivo di beni per quasi 138mila euro.
La perquisizione è scattata anche a due autovetture intestate alle sue ditte. E proprio all'interno di una delle macchine è stata ritrovata una carta d'identità italiana valida per l'espatrio rilasciata dal Comune di Crotone intestata a un cugino dell'indagato, ma recante la sua fotografia.
La contraffazione è stata verificata dagli investigatori con l'anagrafe del comune di Cutro. Lerose è stato quindi arrestato per «possesso e fabbricazione di documenti di identificazione falsi» e sottoposto alla misura degli arresti domiciliari in attesta dell'udienza di convalida.
Martedì oltre alle quattro misure cautelari il gip ha dato il via libera al sequestro preventivo di beni per equivalente anche di una cifra pari a 10 milioni. Tra i beni sequestrati il bar 7000 caffè di viale Martiri di Piazza Tien An Men. Secondo gli inquirenti, il giro di false fatturazioni quantificato in tre anni è superiore agli 80 milioni di euro.