POVIGLIO. «Ho iniziato a donare sangue e plasma 15 giorni dopo avere compiuto i 18 anni. A tutti dico che fa bene fare del bene. Non importa a che età, quello che conta è cominciare a fare la propria parte fin da subito».
Un brindisi e qualche pasticcino hanno fatto da cornice alla piccola festa organizzata per lui dai volontari della sezione locale dell’Avis.
«Oggi, leggendo i giornali, si vede come i giovani vengano lodati nell’andare bene a scuola o nello sport – dice il don –. Ma sarebbe bene lodarli anche nell’essere generosi. È questo che dobbiamo insegnare loro».
Don Lusuardi si presta volentieri alle domande. Sa che la sua disponibilità può solo fare bene ad un’associazione il cui operato vale spesso a salvare vite, ma che, come tante altre, vive sul numero di adesioni. I donatori non sono mai abbastanza, insomma.
«So che l’associazionismo in generale è in crisi – commenta – ma bisogna capire che le associazioni spesso fanno un lavoro importante che funziona perché ci sono persone che si spendono... L’Avis fornisce un servizio alla persona e alla salute molto importante e che non può essere disatteso. Bisogna mettersi una mano sulla coscienza e dire: “Io ci sono”. Arrivare a 200 o a 400 donazioni non conta.
Quello che conta è mettersi da subito in gioco, fare la propria parte. Che si abbiano 18, come 20, 30 o 50 anni. L’importante è cominciare».(m.f.)