ROMA. Niente da fare. Da Roma non arriva ancora un nome per la presidenza della Repubblica. Anche quella di venerdì 28 gennaio è stata una giornata... "bianca". Perché i grandi partiti non sono riusciti a mettersi d'accordo su un nome condiviso da far salire al Colle. In mattinata il centrodestra - e in particolare il leader della Lega, Matteo Salvini - aveva puntato fortemente su Maria Elisabetta Alberti Casellati. Alla presidente del Senato, però, sono andati solo 382 voti nel quinto scrutinio per il Quirinale, con una sessantina di franchi tiratori nel centrodestra e sospetti di Fratelli d'Italia su Forza Italia e centristi. Fumata nera anche nella sesta votazione con una valanga di voti, 336, per Mattarella. Salvini ha visto Draghi, Letta e Conte. In serata è tornata l'ipotesi Elisabetta Belloni. «Sto lavorando perché ci sia una presidente donna, una donna in gamba, non faccio nomi né cognomi», ha detto il leader della Lega. E Conte conferma: «Ho l'impressione che ci sia la sensibilità di Salvini, spero di tutto il parlamento, per la possibilità di una presidente donna, il M5s lo ha sempre detto». Conte ha parlato di «almeno due figure solide e super partes». Renzi, però, boccia l'ipotesi.
ELISABETTA BELLONI: LA DONNA CHE RISCHIA DI SALIRE AL COLLE
Prima donna nella storia della Farnesina a essere nominata segretario generale e prima donna in Italia alla guida dei servizi segreti. A 63 anni Belloni - che parla quattro lingue e vanta, tra le onorificenze, la Legion d'onore ricevuta dalla Francia - ha alle spalle tanti altri incarichi a cui è stata chiamata come "la prima donna": dalla direzione della cooperazione allo sviluppo al ruolo di capo di Gabinetto di un ministro degli esteri.