«Inizialmente era prevista un’assunzione ogni tre uscite, mentre ora sarà una ogni due prepensionati. Per agevolare questo processo il governo metterà qualche milione all’anno». Andrea Martella, sottosegretario all’editoria del Pd, uscendo dalla presentazione della nuova Agenzia Italia al Teatro Studio di Milano racconta a La Stampa i contenuti dell’emendamento governativo alla finanziaria, che permetterà la ristrutturazione delle aziende editoriali.
«Bisogna salvare i giornali - spiega -, che continueranno a esistere, ma saranno diversi. Li immagino più leggeri come pagine e più profondi come contenuti. Le testate hanno l’interesse a questo cambiamento e vi contribuiranno».
Il lavoro della stampa indipendente e pluralista aiuta anche la democrazia a preservarsi dalle fake news, che «possono favorire derive populiste, pure a causa di un uso perverso degli algoritmi», mette in guardia il sottosegretario. Anche per questo Martella prevede «in tempi brevi la ricezione della legge europea sul copyright per remunerare giornalisti, editori e combattere pirateria e false notizie».
La Rai non è di stretta competenza del sottosegretario, che però intravede a riguardo la necessità di «rafforzare il concetto di servizio pubblico». Mentre un segnale concreto di attenzione arriva nei confronti delle agenzie di stampa: «Garantiremo più di 40 milioni all’anno per l’acquisizione dei loro contenuti da parte della presidenza del Consiglio. Sto studiano con i tecnici anche il modo di superare la gara di appalto tradizionale e premiare la produzione di notizie rispetto ad altri beni».
Certo Martella non si nasconde che «non solo sull’editoria siamo a un cambio di fase, per cui questo treno dell’innovazione va preso adesso». Ogni riferimento alla tenuta del governo, fa capire, non è puramente casuale.