Winnie Pooh e Bin Laden fumano un bong sul divano, mentre tre “burkine” col velo islamico e la minigonna li accarezzano in maniera lasciva. E poi c’è il ritmo travolgente del rock ‘n roll, che li scuote dal torpore e li fionda fuori casa a ballare. Con ironia e leggerezza le parole affrontano i temi delle guerre che sconvolgono il Medioriente, dell'emancipazione femminile, dei diritti civili.
Questo è "Bin Laden", il primo singolo ufficiale della band italiana Barabba che, complice una sponsorizzazione su Facebook, in meno di tre giorni ha collezionato già 116mila visualizzazioni in tutto il mondo. Anche in quello arabo, dove il video ha diviso gli spettatori: c'è chi apprezza l'ironia e chi, invece, lancia insulti e maledizioni, o chiede più educatamente "Perché giocate con la nostra religione?".

"Era da tempo che volevo scrivere un brano sulla libertà delle donne - spiega Riccardo De Filippis, cantante, percussionista e autore del testo della canzone -, ma di solito si tratta di pezzi molto pesanti, che difficilmente si sposano con la musica che facciamo". E invece Bin Laden, attraverso l'ironia e il paradosso (la scena descritta all'inizio ne è un esempio chiaro), riesce a mantenere la leggerezza tipica del rock 'n roll. "In sostanza le burkine non fanno nulla di speciale, ballano e basta - spiega ancora De Filippis -. In molti ci hanno scritto che l'utilizzo del velo deve essere limitato all'Islam. C'è anche chi si è spinto oltre, fino a minacciarci, ho cancellato due foto con persone sporche di sangue perché non sono piacevoli da vedere".
All'origine di tutto potrebbe esserci anche un semplice malinteso linguistico. "Io penso che le persone che hanno scritto questi commenti - spiega il contrabbassista Antonio Barberio - non parlino bene l'italiano e sia stato rapito solo dalle immagini del video e dalla parola terrorista, che ha un'assonanza con l'inglese 'terrorist'. Lungi da noi, naturalmente, sostenere che tutti i musulmani sono terroristi". I Barabba comunque non si lasciano sfuggire un commento sulla loro pagina Facebook e cercano di promuovere un dibattito aperto. A chi li accusa di razzismo, vilipendio alla religione islamica in quanto tale ("Con gli ebrei non avreste fatto lo stesso", scrive qualcuno, ma nel video è presente anche la parodia di un prete cristiano) e chi invoca punizioni divine e l'inferno, loro rispondono semplicemente: "Nessuna offesa, è solo rock 'n roll amico mio".