REGGIO EMILIA. Il commerciante Vasyl Polyvanyuk ieri mattina era molto scosso. La perquisizione nel negozio e a casa lo hanno turbato. «Non sono un contrabbandiere, pago le tasse qui, l’affitto, aiuto una scuola dove si insegna agli ucraini l’italiano. L’ho spiegato anche a chi è venuto qua e a casa mia».
Il commerciante, che è presidente dell’Associazione degli Ucraini in Italia, fornisce la sua versione su quanto gli viene contestato. Ma prima di tutto ci tiene a dire che nel suo negozio si raccolgono aiuti, alimenti e qualsiasi cosa possa servire a i soldati di Kiev, che sono impegnati in una sanguinosa guerra civile contro i ribelli filo-russi.
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Sequestrate sigarette di contrabbando
Un ucraino di 59 anni vendeva tabacchi esteri, a casa e nel suo negozio di via Secchi i militari ne hanno trovati dieci chili
«Mio figlio è maggiore dell’Esercito – dice l’uomo – noi che siamo a Reggio facciamo dei pacchi con alimenti, scarpe, ed altre cose per aiutare i nostri soldati, che vivono in una situazione terribile».
Mentre parla mostra alcune fotografie del figlio dal fronte ucraino, da solo o con altre persone.
L’attività di solidarietà è stata anche riconosciuta dal suo Paese e per dimostrarlo l’uomo ci mostra un foglio, però in caratteri cirillici, dove leggiamo solo “Reggio Emilia”.
Il commerciante risponde ai rilievi che gli sono stati mossi. «I soldi sequestrati a casa mia sono i risparmi, con i quali voglio comprarmi una casa in Ucraina».
Più difficile invece giustificare le sigarette. «Non sono di contrabbando – dice il commerciante 59enne – ma sono portate legalmente in Italia dagli ucraini che attraversano la frontiera».
Però, ammette, la vendita nel negozio non è ammessa.
«Mi dispiace che qualcuno pensi che sono un contrabbandiere perché avevo qualche pacchetto di sigarette estere». (j.d.p.)