Nove persone sono state uccise nella notte tra lunedì e martedì nel corso delle proteste antigovernative in Iran: lo riporta la Tv di Stato del Paese. Il bilancio delle vittime nei sei giorni di proteste in Iran sale così ad almeno 20. Secondo quanto riportato stamani dalla Tv di Stato, sei dimostranti sono stati uccisi durante un attacco a una stazione di polizia a Qahdarijan. Gli scontri, sempre secondo la Tv, sono iniziati quando i dimostranti hanno cercato di rubare armi dalla stazione di polizia. Inoltre, un ragazzino di 11 anni e un uomo di 20 sono stati uccisi a Khomeinishahr, mentre un membro della Guardia Rivoluzionaria iraniana e' stato ucciso a Najafabad. Tutte queste località si trovano nella provincia centrale iraniana di Isfahan, circa 350 chilometri a sud di Teheran.
Ma il bilancio delle vittime è sempre piuttosto controverso. Per alcuni media statali sarebbero almeno 23. Secondo i media statali, si contano due morti a Najafabad, nella provincia di Isfahan, e altri due a Khomeinishahr. Inoltre sei persone sono state uccise a Ghahderijan (Isfahan), tre a Tuiserkan (Hamedan) e tre a Izeh (Khuzestan). Ci sono state poi quattro vittime a Doroud (Lorestan) e tre a Shahinshahr (Isfahan).
Sono 450 i manifestanti arrestati da sabato scorso, 30 dicembre, per le proteste in Iran. Lo riferisce il vicegovernatore per la sicurezza di Teheran, Ali Ashgar Nasserbakht, citato dall'agenzia semiufficiale iraniana Ilna. Secondo questo bilancio, 200 persone sono state arrestate sabato, 150 domenica e 100 nella giornata di lunedì. Le proteste contro il carovita, sfociate poi in manifestazioni antigovernative, sono cominciate giovedì 28 dicembre.
Il capo della Corte Rivoluzionaria della provincia di Teheran, Moussa Ghazanfarabad, ha detto che alcune delle persone arrestate durante le proteste nel Paese potrebbero essere accusate di 'Muharebeh' (guerra contro Dio), un reato che prevede la pena di morte.
Si allargano le proteste antigovernative in Iran ed aumentano anche il numero dei morti e l'intensità della violenza. Ieri un poliziotto è stato ucciso da un uomo con un fucile da caccia, che ha ferito anche altri tre agenti, nella città di Najafabad, a circa 300 km a sud di Teheran, riporta l'agenzia semiufficiale Mehr.
E mentre il presidente della Repubblica islamica, Hassan Rohani apre ai manifestanti purché le proteste non sfocino in violenze, Donald Trump continua a twittare in sostegno ai dimostranti suscitando le reazioni indispettite di Teheran.
Iran is failing at every level despite the terrible deal made with them by the Obama Administration. The great Iranian people have been repressed for many years. They are hungry for food & for freedom. Along with human rights, the wealth of Iran is being looted. TIME FOR CHANGE!
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) 1 gennaio 2018
In serata è intervenuta anche l'Unione europea attraverso la portavoce dell'Alto Rappresentante per la politica estera dell'Ue, Federica Mogherini: "Siamo stati in contatto con le autorità iraniane e ci aspettiamo che il diritto a manifestare pacificamente e la libertà di espressione siano garantiti, come conseguenza delle dichiarazioni pubbliche del presidente Rohani".
Appelli simili sono stati lanciati anche dal ministro degli Esteri italiano, Angelino Alfano, e dal suo collega tedesco, Sigmar Gabriel. Al quinto giorno di proteste, Rohani ha lanciato oggi un appello all'unità tra "governo, parlamento, giustizia e esercito" per tutelare gli "interessi nazionali" contro quello che ha definito un "piccolo gruppo che grida slogan illegali, insulta la religione e i valori della rivoluzione islamica".
La Tv ha però parlato di scontri diffusi, con vittime a Tuyserkan, Shahinshahr, e altre fonti parlano di analoghe manifestazioni a Izeh, oltre che nella capitale Teheran, dove peraltro una ragazza è diventata il simbolo della protesta: ha sfidato le autorità e l'obbligo di indossare il velo, l'hijab, che ha pubblicamente sventolato nel mezzo di una strada affollata. Il suo volto è rapidamente divenuto noto in tutto il Paese, grazie ad un video amatoriale che è stato ampiamente diffuso nonostante le autorità abbiano bloccato l'accesso ai social network, in particolare Telegram e Instagram. E per questo è stata poi arrestata.